“La macchina burocratica di Messina è un colabrodo perché nessuno mai se ne è voluto realmente occupare lasciando spesso i semplici impiegati alla mercé dei mega dirigenti di turno (23 uffici di livello dirigenziale con una indennità media aggiuntiva allo stipendio di € 70 mila cadauno) che in gran parte hanno agito e valutato più per input politici o lobbistici che per obiettività secondo i canoni dell’efficienza, efficacia ed economicità. Anche per quest’ultimo motivo i burocrati che hanno gestito la macchina amministrativa per lunghi anni devono fare un passo di lato (rottamazione dirigenziale) e dare spazio ai colleghi pronti a condividere una nuova cultura di governo municipale scendendo dal comodo piedistallo apicale e mettendosi a servizio della città”. Lo ha detto il candidato a sindaco di Messina Cateno De Luca che sottolinea: “Certamente non potrà essere dato spazio ai raccomandati della politica e delle varie fattispecie di lobby: spesso hanno fatto più danno i burocrati proni al padrone politico o lobbistico che l’esercito di asini volanti che ha amministrato la città”. E’ necessaria l’eliminazione dei venti dipartimenti con relativi incarichi dirigenziali con risparmio di oltre 1,5 milione di euro annuo; la creazione di 4 aree (amministrativa ed affari generali – economico finanziaria e programmazione – tecnica e progettazione – polizia municipale e sicurezza del territorio);la messa in liquidazione delle società partecipare ed inserimento nella dotazione organica di tutto il personale previa riqualificazione professionale e ricollocazione in base alle risultanze dei carichi di lavoro; l’aumento delle ore ai precari e relativa stabilizzazione in presenza dei presupposti di legge”.
TRAM E TRASPORTI: “Trasporti, infrastrutture e mobilità – prosegue De Luca – sono temi cruciali per la città di Messina, chiave determinante della qualità della vita e della competitività di cittadini ed imprese. Negli ultimi 20 anni, il tema è stato scarsamente governato. I pochi investimenti fatti, sono stati indirizzati su un modello sbagliato incompatibile con le esigenze dei messinesi e con impatti negativi sulla qualità dell’ambiente in cui viviamo. In linea su quanto espresso sino ad oggi, è opportuno avere una visione complessiva ed integrata del problema attraverso una mirata pianificazione urbanistica a sostegno della politica dei trasporti. I bus rappresentano la parte più rilevante degli spostamenti del trasporto pubblico di Messina. Sono i mezzi di prossimità, che hanno un grande impatto sulle utenze deboli o periferiche. Renderli più veloci deve essere una priorità, mediante l’asservimento semaforico e l’incremento delle corsie preferenziali. Maggiore velocità significa minori costi: un circolo virtuoso che va alimentato. Un’attenzione particolare va posta ai cosiddetti corridoi: bus veloci (mini bus elettrici), in grado di collegare i principali villaggi del territorio comunale messinese. Puntare anche sul sistema dial a ride o autobus a domanda. Gli utenti possono prenotare l’arrivo del veicolo, solitamente un minibus, presso il luogo prescelto e nell’ora desiderata. Il veicolo porta ciascun utente alla destinazione desiderata. Questo sistema si presta al servizio in aree e orari a domanda debole, quali zone molto periferiche o rurali e orari notturni. È anche particolarmente indicato e utilizzato per le fasce deboli quali disabili ed anziani. Creare lo sharing mobility, bici, auto e scooter in condivisione rappresentano il cambiamento dei comportamenti e il progressivo superamento del concetto di proprietà dell’auto, serve accrescere l’uso condiviso dei mezzi alternativi all’auto privata. Messina smart city, significa innanzitutto sviluppare la tecnologia a misura di utente, in particolare nel campo della mobilità. Predisposizione e/o rafforzamento di infrastrutture hardware e software condivise e di strumenti dedicati e di semplice utilizzo e accessibili via web, come la elaborazione della Mappa Multimodale dei trasporti, possono aiutare moltissimo la città nelle attività di raccolta, aggiornamento e consultazione dei dati; Infine essenziale la mobilità elettrica. È una frontiera inevitabile, importante per la vivibilità di Messina”.
SERVIZI SOCIALI – “I Servizi sociali a Messina – scrive l’assessore designato ai servizi sociali Alessandra Calafiore – purtroppo hanno costituito e costituiscono un bacino di consensi elettorali e vengono erogati da cooperative per cosi dire “amiche” che hanno costituito negli anni un’impalcatura clientelare e parassitaria con poca attenzione ai bisogni sociali, economici e sanitari della gente. Si riporta per completezza, il dato già presente nel dossier sui servizi sociale, dell’importo dei servizi affidati dal Comune di Messina alle cooperative che ammonta ad € 16.824.050,80 a fronte di 1.489 utenti che usufruiscono del servizio. Abbiamo già svelato la parentopoli che viene finanziata con i fondi dei servizi sociali. Nel nostro programma è prevista l’eliminazione dell’affidamento dei servizi sociali alle cooperative che determina uno spreco di denaro pubblico a svantaggio degli utenti e dei lavoratori delle stesse cooperative. La legge regionale n.22 /86 all’art 23 prevede: i servizi socio assistenziali istituiti ai sensi della presente legge sono attuati dai comuni singoli od associati con le seguenti modalità: mediante gestione diretta E’ stato depositato dall’Onorevole De Luca un emendamento alla legge del Bilancio Regionale che prevede espressamente: “ I comuni che ai sensi dell’art.23 della legge regionale n22/86 deliberano di gestire direttamente i servizi socio assistenziali avranno l’obbligo di assumerne il personale che risulta impiegato nei servizi medesimi nel quinquennio precedente dando priorità al personale con più anzianità di servizio e fino alla concorrenza del fabbisogno effettivo” Il predetto emendamento viene proposto anche in ragione delle clausole di salvaguardia già esistente nelle gare di affidamento dei servizi sociali volte a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato.
“Ponte: – “Sulla necessità del Ponte sullo Stretto da sottolineare – spiega l’assessore designato alle Infrastrutture Salvatore Mondello – che i siciliani, a differenza dei sardi, non godono della continuità territoriale aerea che consente sempre a questi ultimi di pagare non più di 50 euro per tratta da e per la Sardegna. Garantirla alla Sicilia costerebbe al Governo nazionale intorno al miliardo e mezzo di euro l’anno. L’indotto, per la realizzazione del Ponte costituito da attività e servizi commerciali, artigianali, ricreativi e di personale domestico, ospitalità, ristorazione e incremento delle cattedre scolastiche (chi prevede di lavorare qui per diversi anni si trasferirà a Messina con la famiglia e inevitabilmente saranno necessari più insegnanti), è pari ad altri 15.000 posti di lavoro l’anno. A regime, una volta che l’opera sarà stata ultimata, saranno necessari 200 addetti alla manutenzione del ponte a fronte di 20 milioni di euro di costi annui di conservazione e cura del manufatto, 300 unità lavorative come personale relativo a 12 coppie di treni, non meno di 500 altre unità nell’area del ponte per l’incremento dei visitatori e almeno un centinaio di ulteriori addetti ai servizi del turismo (noleggio auto ed escursioni). Ipotizzabile anche un incremento di diverse migliaia di iscritti calabresi ogni anno all’università di Messina recuperando così il clamoroso flop delle iscrizioni causato dal no pontismo (per esempio, Lamezia Terme è a 2 ore di treno da Napoli e a 3 da Messina). Una volta avviati i lavori si potrà ragionare su un’area metropolitana di 700.000 persone, con i porti storici di Messina e di Reggio Calabria e quelli commerciali di Gioia Tauro e Milazzo e con l’aeroporto reggino raggiungibili 24 ore su 24 in meno di 30 minuti di TAV (alta velocità ferroviaria) o automobile”.
PROTEZIONE CIVILE – “A proposito di protezione civile – scrive l’assessore designato alla protezione Civile Massimiliano Minutoli – c’è una nota dolente, il Piano Comunale di Messina, sinora messo in campo e testato durante le Esercitazioni cittadine realizzate dal 2012 al 2017, ancora non è stato approvato dal Consiglio Comunale.
Il piano comunale per essere sempre aggiornato e funzionale, bisogna di una struttura completa nella sua ossatura, nel senso che ogni singola componente che ne fa parte, oltre alle figure identificate dal piano stesso e costituenti le 10 funzioni attive al C.O.C. (Centro operativo Comunale), deve essere consapevole dell’importanza del ruolo ricoperto all’interno della struttura stessa, e deve mettere in condizione chi coordina le emergenze di poter reperire in maniera chiara e tempestiva tutte le informazioni necessarie agli eventuali soccorritori sopraggiunti da altri territori in caso di calamità di ogni genere.
La struttura organica, così come adesso composta, non è completa ed è chiaramente insufficiente a soddisfare tutte le necessità dello Staff Comunale per il regolare svolgimento di attività in “tempo di quiete”, immaginiamo in “emergenza”. bisognerebbe istituire un “Ufficio Comunale di Supporto alle Associazioni di Volontariato” capace di guidare le Associazioni per lo svolgimento delle varie pratiche amministrative quali visite mediche periodiche, addestramento e formazione dei volontari, preparazione alla partecipazione ai bandi attraverso il supporto nella progettazione. La situazione attuale è molto complicata, infatti, per accedere ai rimborsi previsti dalla normativa, le associazioni devono districarsi tra i meandri burocratici necessari all’assolvimento degli adempimenti amministrativi utili al perfezionamento di ogni singola pratica. Tutto ciò è impensabile in quanto il volontariato non può essere considerato un lavoro a tempo pieno, quindi bisogna mettere in condizione chi ha voglia di destinare il proprio tempo libero a favore del prossimo e della comunità di farlo in maniera agevole”.