“Con un atteggiamento poco riguardoso nei confronti di un parlamentare regionale e candidato a sindaco, oggi né i dirigenti dell’Amam, nè alcun rappresentante dell’amministrazione si sono voluti confrontare con me sul merito delle questioni riguardanti la partecipata come nelle normali democrazie. Forse le mie puntuali osservazioni hanno colpito il sistema clientelare di questa partecipata e qualcuno non ha giustificazioni. Il direttore Claudio Cipollini si è defilato ed alcuni lo hanno visto andare via al mio arrivo, mentre il presidente Leonardo Termini ci ha comunque accolto, ma non è stato autorizzato a discutere sui temi cruciali della gestione Amam”. A dirlo l’on. Cateno De Luca, candidato sindaco di Messina all’ingresso dell’Azienda meridionale acque, dove aveva chiesto di poter organizzare una conferenza stampa congiunta con i vertici dell’Amam e del Comune all’interno della sede della partecipata per chiarire davanti alla stampa le questioni relative la poco poca chiara gestione del’Amam. “Solo per la gentilezza del Presidente Termini – prosegue De Luca – ho rinunciato al mio proposito di incatenarmi davanti ai cancelli e spero che ci possa essere al più presto un confronto pubblico con lui, il direttore Cipollini e l’assessore De Cola. Resto comunque della mia idea, e oggi ho presentato al protocollo dell’Amam richiesta di accesso agli atti per poter aver ancora più chiare determinate situazioni inerenti il bilancio, l’organizzazione, gli affidamenti e la gestione dell’Amam. L’assessore De Cola – continua il parlamentare regionale – ha replicato alle nostre accuse, ma noi carte alle mano, abbiamo oggi presentato un dossier dove controbattendo a tutte le sue scuse, dimostriamo che la ragione è dalla nostra parte ed è gravissimo che oggi i vertici dell’amministrazione e dell’Amam non siano riusciti ad intervenire per cercare di fermare l’emorragia di fondi che la partecipata sta dilapidando senza fornire un servizio adeguato ai cittadini. Vorremmo ricordare a De Cola che sono passati cinque anni e tutto ciò che afferma doveva essere fatto da almeno quattro anni fa, ivi incluso un complessivo piano industriale dell’Amam che già dal 2013 ha agito come un bancomat per alcuni politici e alcune lobby. Sempre nel dossier che abbiamo presentato c’è la descrizione analitica dei costi che si potranno abbattere con la chiusura della società partecipata e l’abbandono delle sorgenti di Fiumefreddo con l’approvvigionamento nelle colline di Messina. Ribadiamo che Messina potrebbe attingere a oltre 2000 lt/s di acqua potabile nel giro di 10 km con un investimento una sola volta di circa 80 mln di euro a fronte di circa 800 lt/s di fabbisogno effettivo, mentre preferisce invece continuare a prenderla a circa 70 km di distanza con sprechi di oltre 10 mln euro annui ed altri 15 mln per la messa in sicurezza dei versanti. Sul versante dei fondi persi dal comune per ammodernare la rete De Cola conferma che non ci sono ancora i progetti esecutivi necessari per non perdere i finanziamenti con consegna dei lavori entro il 31 Dicembre 2019 e l’Amam e il Comune non hanno presentato nessun progetto ai sensi del bando 5.1.1.1 A ‘Interventi di messa in sicurezza e per l’aumento della resilienza dei territori più esposti a rischio idrogeologico e di erosione costiera’ del 22 settembre scorso, ma su questo, come su tanto altro De Cola come Cipollini preferiscono tacere. L’Amam si deve chiudere – conclude De Luca – si mantengano i posti di lavoro ma sarà il comune, se sarò eletto sindaco, a gestire in futuro modo efficiente il servizio senza sprechi e favori verso nessuno”.
tratto da infomessina.it