Sul tema dei rifiuti si deve ristabilire la legalità a Messina puntando su criteri di efficienza, trasparenza e efficacia, eliminando la gestione delle lobby attivando le Aro e puntando sulla raccolta differenziata, abbassando le tariffe e implementando i servizi di riscossione”. A dirlo il candidato a sindaco alle prossime elezioni amministrative on. Cateno De Luca stamani durante la conferenza stampa sui rifiuti nella sua sede elettorale. “L’affidamento ad una società partecipata (Messinambiente – ATO 3 ME spa – Messina servizi bene comune) – prosegue De Luca – si è rivelata fallimentare sotto tutti i profili gestionali con il mancato raggiungimento degli elementari standard qualitativi: la città è sempre sporca ed i villaggi abbandonati al loro destino con i greti dei torrenti ormai divenuti delle vere e propri discariche a cielo aperto. L’esistenza di ben tre società partecipate per il medesimo servizio, di cui due di fatto fallite, connota un chiaro tentativo di eludere le vigenti norme in materia di società partecipate da enti pubblici che vietano ai comuni di continuare a gestire in house per i prossimi cinque anni un servizio con proprie società nei medesimi settori ove già si è registrato un fallimento societario. “L’urgenza – prosegue De Luca – di far partire il servizio con Messina Servizi bene comune è dettata da questo intento criminogeno: sfruttare la fase dell’evanescente concordato preventivo di Messinambiente per ritardarne la dichiarazione di fallimento prima che il servizio parta a tutti gli effetti con un’altra società, Messina servizi bene comune, che segnerà la terza gestione fallimentare del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Anche in questo settore si vive alla giornata prigionieri delle lobby sindacali che in nome della salvaguardia dei posti di lavoro, in verità ben blindati dalle norme vigenti, riescono a condizionare l’intero governo municipale impedendo di attivare l’ARO con una gara aperta alle società private e far passare definitivamente la gestione del servizio da una logica pubblicistica (società partecipate) ad una logica privatistica (gestore privato per sette anni)”. “L’evasione della tariffa – ha aggiunto l’assessore designato all’Ambiente e ai Rifiuti Dafne Musolino -è sempre più in crescita: così come riportato nel DUP 2017-2019, una quota sproporzionata ha assunto l’importo non versata dei ruoli TARSU/TARES/TARI fino al 31.12.2017, circa € 110.000.000,00, quasi tre annualità complete; Solo l’accertamento dei detentori fantasma di immobili porterebbe ad un abbassamento della tariffa di circa il 20-25%. Considerando che agendo retroattivamente per tutto il periodo non ancora prescritto e dovendo riportare questi introiti a credito nei piani finanziari futuri, si può stabilire che nel prossimo biennio il costo della bolletta diminuirebbe fino al 50% per poi assestarsi sui valori del 25%, a parità di costi. Con i moderni software a banca dati unica oggi a disposizione degli enti pubblici e con incrocio dati fino a 30 database diversi (dati catastali, dati idrici, dati elettrici, dati gas, contratti internet, permessi costruire, ristrutturazioni, anagrafe tributaria, domicili temporanei, social network, google maps, etc) una azione accertativa del genere si può benissimo svolgere nell’arco temporale di 120gg.La tariffa potrebbe diminuire di oltre il 50% se si procedesse ad inserire nell’anagrafe tributaria gli immobili fantasma e si portasse la differenziata ai minimi di legge del 65%”.
Disegno di legge per non trasparenza amministrazione Accorinti
“Abbiamo anche presentato il sei febbraio scorso – afferma De Luca – un disegno di legge dal titolo ‘Modifiche all’Articolo 17 della legge regionale 26 agosto 1992, n. 7” per chiedere interventi relativamente al comportamento del sindaco Renato Accorinti che ogni anno avrebbe dovuto presentare una relazione scritta al Consiglio Comunale sullo stato di attuazione del programma e sull’attività svolta, nonché su fatti particolarmente rilevanti. Purtroppo il sindaco in cinque anni ha presentata solo una relazione e da un’indagine effettuata a campione su tutti i comuni siciliani, è emerso che oltre il 50% dei Sindaci non rispetta tale norma impedendo ai consigli comunali ed alle comunità amministrate, di poter esercitare il controllo dell’attività politico amministrativa in costanza di mandato”. “Tale violazione – ha detto ancora De Luca – genera anche una fuorviante campagna elettorale per il rinnovo degli organi municipali in quanto spesso, la dialettica politica, non viene incardinata sulle concrete tematiche di governo locale per carenza di informazioni o per l’evidente travisamento degli accadimenti non contrastabile dalla disponibilità della relativa documentazione. Tale situazione è anche aggravata dalla parziale attuazione da parte di numerosi comuni, delle norme inerenti l’amministrazione trasparente; Onde evitare che la maggior parte degli amministratori locali continuino a non rispettare tale normativa, in quanto non esiste alcuna sanzione che stabilisca come comportarsi in caso di inadempienza da parte del Sindaco, si rende necessario un intervento da parte di questo parlamento che preveda apposite sanzioni per gli amministratori inadempienti. A questo punto pretendiamo con questo disegno di legge che trascorsi 2 mesi dalla scadenza annuale, al Sindaco non possa essere corrisposta l’indennità di carica fin quando non adempie a quanto previsto”.